Questo non é porno

Traduzione italiana del testo pubblicato nel terzo numero di EPECTASE Magazine

Foto di Miss Pilz, Modelli : Ambros & Héroïs, Montaggio e testi : Herois

Wie macht mensch anarchistischen Porno? Das ist – kurz gefasst – die Frage, die Marie und ich uns bei einem unserer ersten GesprächCome si fa il porno anarchico? Questa – in poche parole – è la domanda che Marie ed io ci siamo posti durante una delle nostre prime conversazioni. Come si può fare un porno completamente senza sfruttati e sfruttatori, senza sguardo maschile, senza oggettivare le persone, senza ridurre i corpi a organi, senza ridurre i corpi a un genere? Abbiamo immaginato un porno che non è proprio un porno, metà Life Action Role Play (LARP), metà film d’autore, dove l’incontro sessuale è preceduto e seguito da discussioni, discussioni sul consenso, sulla cura. Dove registi e tecnici sono dietro la telecamera ma non fuori dall’inquadratura, dove il montaggio è fatto insieme e influenza l’immagine stessa, telecamera accesa, una specie di jam, una jam porno su una settimana di flat share… Ma prima di tutto questo dobbiamo scoprire cosa fa alle persone essere filmate durante un atto sessuale/sensuale? Quale prospettiva assume l’immagine? Quella della persona che scatta la foto? Non abbiamo rinunciato al progetto. L’esperienza che stiamo condividendo ora sta lentamente, delicatamente, aiutando a rivelare le pietre miliari che guideranno il nostro futuro erotico.

Non è porno, si potrebbe dire di questa serata in cui abbiamo fatto vegi maki, parlato di relazioni di legame, e fatto – fabbricato – sesso. Tre amanti, uno dietro l’obiettivo (un obiettivo da pellicola digitale), gli altri due davanti, che si beccano o si divorano con sguardi e labbra: un momento di complicità, di scambio, un momento di amore, di comprensione.

Questo non è porno ….o no ?

Il suo eczema, le mie cicatrici, il nostro desiderio.

I nostri corpi bianchi, magri e muscolosi, i nostri corpi così simili alla norma che mi vergognerei di esibirli, nell’accumulo ad nauseam di immagini lisce e senza caratteristiche.

Ma prima ci sono le mie cicatrici. Queste due linee rosse che svaniscono sul mio torso, come un grande FUCK del mio corpo, indirizzato ai ragazzi etero, quei ragazzi che mi avrebbero scopato anche se fossi stato anarchico, duro, non-binario.

In piu’sento silenziosi , ad alta frequenza sotto la pelle, come pozze di veleno nelle dita, nelle spalle, nei gomiti, questi dolori schifosi che non esistono ma mi impediscono di dormire. Fibromialgia, è ironico: un’altra casella spuntata nella tombola del dominio.

E poi il suo corpo di uomo cis, il suo corpo altamente sensibile. Le sue braccia, la sua faccia, la sua schiena, il suo torso, le sue orecchie, le sue ginocchia, i suoi stinchi, il suo cranio sono colonizzati da un eczema. Venti franchi alla settimana per una crema per non seccarsi completamente, due, tre, quattro volte al giorno. Non c’è una casella sul bingo per questo.

La nostra sensualità, il nostro desiderio è costruito sulla base di questi corpi, sulle esperienze passate che essi evocano. Corpi che hanno bisogno di cura, nutrimento reciproco, attenzione, e questo a parte l’incontro sessuale.

Ho spesso l’impressione che negli ambienti queer, le perversioni, le stranezze, le fantasie e le fantasie lontane dalla vaniglia siano valorizzate di più, come se il sesso vaniglia dovesse necessariamente equivalere a 10 minuti di sesso in posizione del missionario.

E ho l’impressione soggettiva, personale, e può essere solo una sensazione, che le persone anarchiche non tralasciano le relazioni di potere durante il sesso, anche se evitare le relazioni di potere è l’essenza dell’an-archia.

Guardo con sospetto le pratiche che eroticizzano il potere: in effetti, le evito, anche se corro il rischio di sembrare sottopagato. (Ora che questo è stato detto: non badate a me :)) ciò che mi eccita è la reciprocità, l’uguaglianza, la cura.

Tenere i miei partner tra le mie braccia quando sono a disagio, afferrare la loro mano quando si disprezzano o soffrono di ansia, aiutarli a prendere appuntamenti medici o preparare loro il tè mentre mi raccontano il loro strazio, tutto questo fa parte della mia costruzione del desiderio sessuale, tutto questo esiste mentre li abbraccio, li tocco e li ammiro per la loro complessità. E il mio desiderio ricorda tutte le volte che hanno lavato i piatti per salvare i miei cucchiai, mi hanno massaggiato fino ad addormentarmi, hanno scusato il mio umorismo oscuro perché stavo soffrendo, mi hanno sorriso teneramente mentre raccontavo dei momenti passati con gli altri.

Questo non è un porno: è una finestra sull’intimità di persone che si prendono cura l’una dell’altra.


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